IO NON MI FILTRO
con il mio sguardo, il mio sorriso, il mio profilo,
le mie cicatrici, le mie rughe, i miei nei.

Ciò che definisce l’identità degli utenti dei social network è l’immagine di sé e con Instagram e Tik Tok, incentrati sulla condivisione di foto e video, l’estetica del corpo ha toccato l’apoteosi. Io sono l’immagine che posto: questo è il senso del selfie. Mi filtro per piacere e per questo sono stati inventati i filtri. Le piattaforme social ne mettono a disposizione una miriade per ritoccare il volto e farlo assomigliare al canone di bellezza vincente. I social svolgono un ruolo chiave nella promozione di modelli di bellezza irrealistici che alimentano e il disagio che questa condizione provoca può avere risvolti molto pesanti per la nostra salute mentale: sempre più ragazz* si rivolgono a chirurgi plastici o ai medici estetici per essere uguali a come appaiono con l’effetto filtro delle foto e ormai, in foto, si mostrano solo con i filtri.
L’utilizzo quotidiano di filtri per modificare la nostra immagine può portare a sviluppare una condizione nota come Selfie Dismorfia, un comportamento che tende a modificare con filtri e applicazioni la propria immagine, migliorandola, tanto da non riuscire più a riconoscersi e a fotografarsi in modo naturale.
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SCADENZA
5 novembre 2024